Oliviero Franceschi
La solidarietà? E’ un piccolo sforzo per fare felici molti
Più che di belle parole e di retorica, la solidarietà è fatta di spirito pratico e concretezza. In pieno stile Canovalandia Onlus, come testimonia l’impegno preso e portato a termine da Oliviero Franceschi, socio storico del Canova e della Onlus, impegnato nella costruzione di una scuola in Kenya, ma anche con la Onlus “Dona la vita con il cuore” al Policlinico Agostino Gemelli. Sente molto la solidarietà, declinata in molte forme diverse, Oliviero che durante la scorsa estate ha curato la realizzazione dei servizi indispensabili a due strutture di accoglienza sostenute da anni da Canovalandia: il Centro Docce di San Martino ai Monti per senzatetto e la struttura di ospitalità e cura per anziani disabili de “Il Sicomoro” a Passo Corese.
Ma procediamo con ordine, facendo raccontare ad Oliviero stesso come sono andati i lavori nei cantieri estivi di cui si è occupato. «La solidarietà è collaborazione, è un modo per utilizzare tutte le forze positive che ci sono- spiega – è un modo per mettere in sinergia la buona volontà della gente che infondo aspetta di essere chiamata in gioco. Così siamo anche riusciti a risparmiare molto, grazie ad un passaparola che ci ha permesso di trovare un idraulico che si è prestato, ad una ditta che ha donato le mattonelle, ad un amico ingegnere, ad un volontario de “Il Sicomoro” che ci ha aiutato e così via. Questo ci insegna ad utilizzare tutte forze disponibili- che ci sono- senza spendere troppo tempo nelle parole. Magari a volte l’aiuto consiste anche solo nell’indicare se si conosce qualcuno disponibile a rimboccarsi le maniche». Oliviero ci risponde da Malindi dove ha appena ultimato la costruzione del corpo di una edificio scolastico realizzato con mattoni contenenti cemento e plastica riciclata delle bottiglie d’acqua. E continua: «A livello emulativo sarebbe importante che ciascuno potesse indicare anche dei contatti utili per questi scopi per rendere pienamente funzionanti e migliorare le strutture che sosteniamo, risparmiando su costi superflui e moltiplicando quindi il valore delle nostre erogazioni che possono servire ad altre necessità delle strutture stesse».
La piccola squadra di operai e tecnici si è messa al lavoro il 21 giugno scorso cominciando dal Centro Docce di San Martino ai Monti che la nostra Onlus sostiene da tempo, dove c’era da risolvere il problema di una grossa perdita d’acqua emersa nella fase di smantellamento. «Il Centro Docce è una vecchia struttura ricollegabile al corpo centrale della chiesa di San Martino ai Monti e grazie al parroco, dopo avere girato in lungo e in largo, siamo riusciti a fermare il flusso dell’acqua e ad iniziare i lavori- dice Oliviero- Mentre stavamo sistemando le cinque docce esistenti, arrivavano i senzatetto alla porta (mercoledì e giovedì) sperando di potersi lavare e rinfrescare. Siamo riusciti a fare tutto in fretta- impianti, piastrelle, sanitari, controsoffitti- eravamo preoccupati di riuscire a sbrigarci vista la calura estiva e il Centro è rimasto chiuso solo per due settimane». Finito questo lavoro, le mattonelle restanti sono state utilizzate per creare un servizio per portatori di handicap presso la struttura de “Il Sicomoro” seguita da anni da Canovalandia attraverso l’infaticabile lavoro dell’amico Lucio Pollini. «Grazie agli stessi operai e idraulico, alla fine abbiamo risparmiato una bella cifra che si può investire in altre realizzazioni. E in ogni caso, nello stile della nostra Onlus, controlliamo tutto prima di spendere soldi» dice ancora Franceschi che conclude: «Spesso con un piccolo sacrificio nostro- magari condiviso da altri- riusciamo a rendere felici tante persone. Oltre alla gioia di toccare con mano che si è riusciti a portare un aiuto concreto a chi ne ha bisogno, molte cose si possono fare a basso costo. Spesso per rendere felici molte persone basta davvero poco, senza sacrificarsi, solo cercando di mettersi nei panni di chi ha bisogno. Non mi sembra di fare nulla di speciale, tutti possono fare la loro parte per cambiare in meglio la vita di qualcun altro».